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- Title
COMITATO PER LE NOMINE E PERFORMANCE AMBIENTALE DELL'IMPRESA: L'EFFETTO MEDIATORE DELL'INDIPENDENZA DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE.
- Authors
Moisello, Anna Maria; Gottardo, Pietro; Gavana, Giovanna
- Abstract
Ai nostri giorni la società dimostra sempre maggiori preoccupazioni per l'impatto delle attività economiche sull'ambiente naturale. Le imprese sono quindi chiamate a integrare le problematiche ambientali nelle loro strategie di sviluppo, perseguendo sia obiettivi economici che ambientali (He et al., 2018; European Commission, Directorate-General for Justice and Consumers, 2020). In questa prospettiva, l'Unione Europea è da tempo fortemente impegnata a incoraggiare le imprese a diventare responsabili dal punto di vista ambientale e, negli anni più recenti, ha impresso una forte accelerazione alla normativa diretta a favorire la transizione a un'economia sostenibile. Nel 2019 è stato varato l'European Green Deal, ossia la strategia dell'UE per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. In linea con gli obiettivi del Green Deal europeo e per indirizzare gli investimenti verso attività economiche sostenibili, nel 2020 è entrato in vigore il Regolamento sulla tassonomia (Regolamento/EU/2020/852) che stabilisce le condizioni che un'attività economica deve soddisfare per qualificarsi come ecosostenibile. Nel 2022 l'UE ha adottato la Direttiva sul reporting di sostenibilità delle imprese (Direttiva/EU/2022/2464), che estende l'ambito di applicazione della precedente Direttiva sulla rendicontazione non finanziaria del 2014 (Direttiva/EU/2014/95) e rafforza gli obblighi di disclosure delle prestazioni ambientali, sociali e di governance delle imprese. Non da ultimo, sempre nel 2022, la Commissione Europea ha emanato la proposta di Direttiva relativa alla due diligence delle imprese ai fini della sostenibilità, in base alla quale le imprese che ricadono nel suo ambito di applicazione saranno obbligate a individuare, prevenire o ridurre gli effetti negativi sui diritti umani e sull'ambiente della loro attività e nelle catene del valore cui partecipano, assumendosene le responsabilità. Le numerose iniziative legislative introdotte dall'UE cercano di indirizzare le imprese verso un più fattivo contributo al raggiungimento di obiettivi ambientali ambiziosi. L'intervento dell'UE è importante, anche alla luce di quanto sottolineato dallo studio della Commissione Europea del 2020 (European Commission, Directorate-General for Justice and Consumers, 2020), che rivela come le società quotate in Europa tendano ancora a focalizzarsi sulla performance finanziaria di breve periodo, anziché sulla sostenibilità economica, ambientale e sociale di lungo periodo. Lo scenario europeo è quindi di particolare interesse per studiare la performance ambientale delle imprese e le sue determinanti. Le strategie di sviluppo sostenibile promanano dal Consiglio di Amministrazione (CdA) (Kassinis & Vafeas, 2002; Rao & Tilt, 2016), quindi la ricerca ha colto l'importanza di analizzare se e come la composizione del CdA influenza la performance ambientale dell'impresa, che rappresenta l'esito delle strategie ambientali (Haque, 2017). I CdA sono diversi per caratteristiche strutturali e per le caratteristiche demografiche dei membri componenti (Gavana et al., 2023; Zaman et al., 2023). Tra i più importanti attributi strutturali che generano la diversità dei CdA, vi è il livello di indipendenza dell'organo societario, principalmente espressa dalla proporzione di amministratori indipendenti. La stessa UE, nella Raccomandazione del 15 Febbraio 2005 (2005/162/CE), riconosce che gli amministratori indipendenti svolgono un importante ruolo di monitoraggio del management aziendale e di allineamento degli interessi di azionisti, manager e stakeholder aziendali. Diversi studi hanno dimostrato che l'incremento della proporzione di amministratori indipendenti ha un effetto positivo sulla performance ambientale (de Villers et al., 2011; Post et al., 2011; Post et al., 2015; Haque, 2017; Hussain et al., 2018), anche se alcuni autori hanno trovato evidenze contrarie (Kock et al., 2012; Walls et al., 2012; Orazalin & Mahmood, 2021) o una relazione non significativa (García Martín & Herrero, 2020; Nguyen et al., 2021). I risultati non univoci in letteratura segnalano l'esigenza di analizzare ulteriormente questa relazione. La composizione del CdA è influenzata dall'esistenza e dalla composizione del comitato per le nomine (Vafeas, 1999; Kaczmarek et al., 2012; Ruigrok et al., 2006). Questo comitato è infatti chiamato a definire i profili più adeguati dei candidati al CdA e a fissare i criteri di selezione, (Eminet & Guedri, 2010; Walther & Morner, 2014; Hutchinson et al., 2015), svolgendo un ruolo centrale nell'assicurare che il CdA sia adeguatamente composto per espletare le sue funzioni (Kaczmarek et al., 2012). Tra le caratteristiche del comitato per le nomine, la sua indipendenza è rilevante per l'indipendenza del CdA, poiché comitati per le nomine indipendenti sono più inclini a reclutare altri amministratori indipendenti (Ellstrand et al., 1999; Ruigrok et al., 2006). L'indipendenza del comitato per le nomine è un attributo cui dà rilievo anche l'UE, che nella già citata Raccomandazione del 15 Febbraio 2005 (2005/162/CE) stabilisce che i CdA dovrebbero istituire il comitato di audit, il comitato per le remunerazioni e il comitato per le nomine, in modo che un numero sufficiente di amministratori indipendenti e di membri del consiglio di sorveglianza indipendenti possa svolgere un ruolo efficace nei settori cruciali dove vi è un elevato rischio che sorgano conflitti di interesse. Ancora, il comitato per le nomine dovrebbe essere composto almeno da una maggioranza di amministratori indipendenti o membri del consiglio di sorveglianza indipendenti. I codici di corporate governance degli Stati membri si sono adeguati a queste raccomandazioni, poiché, all'interno dell'UE, la norma è che il comitato per le nomine debba essere composto in maggioranza da amministratori indipendenti (Davies & Hope, 2013). Precedenti studi si sono concentrati sull'analisi della relazione tra l'indipendenza del comitato per le nomine e differenti misure della performance finanziaria dell'impresa (Vafeas & Theodorou, 1998; Ellstrand et al., 1999; Callahan et al., 2003; Singhchawla et al., 2011; Azar et al., 2018). La ricerca non ha ancora verificato se l'indipendenza del comitato per le nomine influenza la performance ambientale. Con riguardo alle tematiche di sostenibilità, solo la ricerca di Iannuzzi et al. (2023), condotta nel settore bancario, ha investigato la relazione tra l'indipendenza del comitato per le nomine e le controversie ESG. Questo studio affronta il gap nella letteratura rispondendo ai seguenti quesiti di ricerca: - L'indipendenza del comitato per le nomine influenza la performance ambientale delle imprese? - L'indipendenza del CdA media la relazione tra l'indipendenza del comitato per le nomine e la performance ambientale? Per rispondere ai quesiti di ricerca, lo studio si basa sull'Agency Theory, Stakeholder Theory, e sulla Legitimacy Theory e prende in considerazione un campione formato dalle imprese quotate, non finanziarie, operanti nei Paesi dell'Unione Europea, per il periodo 2015-2022. Per analizzare l'effetto dell'indipendenza del CdA e del comitato per le nomine sulla performance ambientale delle imprese si utilizzano modelli di regressione Tobit con dati panel a effetti fissi per settore, anno e Paese. La performance ambientale è espressa dall'Environmental pillar score dell'impresa derivato dal database EIKON DFO (ASSET4); l'indipendenza del CdA è misurata dalla proporzione di amministratori indipendenti nel CdA, così come l'indipendenza del comitato per le nomine è misurata dalla proporzione degli amministratori indipendenti nel comitato. L'analisi è condotta controllando anche l'effetto di altre caratteristiche strutturali e demografiche del CdA, come la sua dimensione e la rappresentanza femminile, entrambe variabili che la letteratura ha evidenziato influenzare la performance ambientale delle imprese (si vedano, tra gli altri: de Villers et al., 2011; Walls et al., 2012; Li et al., 2017; Lu & Herremans, 2019; Kassinis et al., 2016; Elmagrhi et al., 2019; Francoeur et al., 2019; García Martín & Herrero, 2020; Nadeem et al., 2020; Cordeiro et al., 2020; Orazalin & Mahmood, 2021; Islam et al., 2022;). I risultati dimostrano che l'indipendenza del CdA e l'indipendenza del comitato per le nomine aumentano la performance ambientale delle imprese. Inoltre, l'effetto positivo dell'indipendenza del comitato per le nomine è giustificato, almeno in parte, dall'indipendenza del CdA, confermando l'effetto mediatore di quest'ultima variabile. L'indipendenza del comitato per le nomine rafforza l'indipendenza del consiglio e, per questo tramite, la performance ambientale dell'impresa. Come sopra evidenziato, la letteratura ha considerato l'effetto dell'indipendenza del comitato per le nomine sulla performance ESG nel settore bancario (Iannuzzi et al., 2023). Il presente studio contribuisce alla letteratura sulla Responsabilità Sociale d'Impresa (CSR) e agli studi sulla corporate governance, analizzando un campione di imprese europee non operanti nel settore finanziario. Inoltre, anziché considerare una misura aggregate della performance ambientale, sociale e di governance dell'impresa, questa ricerca si focalizza sulla performance ambientale, in linea con gli studi che sottolineano l'importanza di analizzare l'effetto di specifici attributi della corporate governance non solo con riferimento alla complessiva performance di sostenibilità, ma anche con riguardo alle sue componenti (Hussain et al., 2018; Francoeur et al., 2019; Ardito et al., 2021). Infatti, determinate caratteristiche del CdA potrebbero influenzare positivamente alcune componenti della performance ESG, ma non avere rilevanza per altre dimensioni o addirittura esercitare un effetto negativo su di esse. Il lavoro sarà strutturato come segue: il paragrafo 2 presenta il framework teorico; il paragrafo 3 discute la letteratura empirica e sviluppa le ipotesi; il paragrafo 4 descrive la metodologia di ricerca; il paragrafo 5 presenta e discute i risultati; il paragrafo 6 conclude, evidenziando implicazioni e limiti dello studio, suggerendo anche sviluppi per la futura ricerca.
- Publication
Economia Aziendale Online, 2023, Vol 14, Issue 3, p1
- ISSN
2038-5498
- Publication type
Article